Si trova in centro a Milano, a Porta Romana, il Cagliari Club "L'Isola del Tesoro" dei fratelli Tola. Un ristorante di cucina tipica, un'eccellenza sarda, tanto amato e apprezzato da sardi e milanesi. Di questi ultimi, tra gli assidui frequentatori, un certo Tommaso Giulini, ancor prima che diventasse presidente del Cagliari.
Oggi, l'Isola del Tesoro è anche Casa Casteddu, vero e proprio luogo di ritrovo per tutti i tifosi rossoblù del nord Italia, voluto dalla società. Il sabato, tra una portata di culurgiones, maialetto e degustazioni di Cannonau si urla "Forza Casteddu". Non solo, a volte qui fa sosta anche la squadra dopo le trasferte lombarde.
Roberto Tola, 44 anni, cagliaritano, è il presidente, racconta i gusti dei giocatori del Cagliari "Prediligono frutta in quantità, pesce e tartare", spiega il ristoratore a Milano da 28 anni. "Qui arrivano tantissimi tifosi del Cagliari". Una fede che cresce, "Seguo la squadra fin dalla prima gioventù, grazie a mio padre e a mio zio che mi portavano al Sant'Elia. La mia prima partita fu contro la Samp nel 1978. La passione, con la lontananza, è aumentata e ho sempre seguito i rossoblù in trasferta".
Renato, fratello di Roberto, 43 anni, è il vicepresidente, "Abbiamo voluto fortemente il Cagliari Club per una questione identitaria, qui vengono tantissimi sardi, è motivo di orgoglio, chi apprezza il nostro cibo fa i complimenti alla Sardegna intera. Nel 2013 ci siamo associati, nel 2014 abbiamo accettato la proposta di creare Casa Casteddu" dice Renato, grande estimatore di Riva e Ranieri. "Appena possiamo, invece che andare in vacanza all'estero, scendiamo in Sardegna. A Milano organizziamo tanti eventi, anche con i circoli dei sardi, che spesso fanno le loro feste ed iniziative da noi".
Nel direttivo anche Elisabetta Montisci, 40 anni, di Teulada, bancaria, ha il ruolo di segretaria; Emanuela Longhi, 48 anni, milanese, cassiere; Leonardo Cao, 41 anni, consigliere. "Ho lasciato la Sardegna nel 1995, ricordo i pianti in aereo e il costo allora elevatissimo dei biglietti. Una grande fatica per un sardo, lontano da tutti, dalla sua terra, in una grande città come Milano. Il Cagliari è stato per me un filo conduttore nella realizzazione della mia vita. Ho seguito la squadra in tutte le trasferte. Fu difficile per me avere notizie giornaliere, senza tv e radio che ne parlassero. Con internet sono tornato virtualmente nella comunità dei tifosi", racconta il dj e tecnico del suono.
"Un giorno in un ristorante a Milano, mi è stata servita una portata di maialetto con i carciofi, nel sughero: è stato come fare un viaggio istantaneo in Sardegna. Da cagliaritano ho apprezzato anche i pesci: sembrava di mangiare nella Marina, in realtà era l'Isola del Tesoro, dove ho conosciuto i Tola. Così ora faccio parte del circolo".
Leonardo è membro dell'associazione no profit "Gusto Sardo", con cui assieme al club organizza cene e feste di beneficenza. "Non è facile inserirsi qui, noi ci siamo riusciti realizzandoci nel nostro lavoro, mantenendo intatti identità sarda e tifo rossoblù, con tanta nostalgia nel cuore".